È stato presentato nei giorni scorsi il primo Bilancio di genere del Comune di Figline e Incisa Valdarno, che fa parte di un percorso condiviso con l’Università degli Studi di Firenze, tutti i Comuni della Città Metropolitana di Firenze e con la Città Metropolitana stessa per comprendere meglio la reale dimensione della discriminazione di genere nel territorio metropolitano. Il Comune di Figline e Incisa Valdarno ha quindi raccolto i dati del proprio territorio per consentire a Unifi di confrontarli con quelli degli altri comuni della Metrocittà, così da fotografare la situazione generale, individuare punti di forza e criticità in relazione alla parità di genere e, di conseguenza, quali politiche da adottare per ridurre il gender gap.
I dati raccolti (fino al 2021) restituiscono per Figline e Incisa Valdarno un quadro complessivamente incoraggiante, soprattutto all’interno dell’ente, dove emerge una sostanziale parità sia nella distribuzione dei dipendenti (67 donne e 67 uomini) con una presenza femminile significativa e paritaria anche nei ruoli apicali, sia nei livelli salariali: il monte salari infatti segnala un ammontare di 1.570.787,93 per gli uomini e di 1.638.816,86 per le donne. Da sottolineare anche che l’equilibrio si mantiene sostanziale anche quando si parla di contratti: ad esempio, le donne con contratto full time sono 58 (43,28%) mentre per gli uomini si arriva a 61 (45,52%); sono invece 9 le donne con contratto part time (1 con part time <50% e 8 con part time >50%), mentre sono 6 gli uomini (3 con part time <50% e 3 con part time >50%). Si tratta di dati e segnali importanti che dimostrano l’attrattività della pubblica amministrazione per le donne, ma che nascondono anche un elemento di criticità, ovvero il reiterarsi di un paradigma che vede ancora la donna molto impegnata nel ruolo di cura familiare. Risulta infatti che, a fronte di un numero equivalente di dipendenti, sono loro a utilizzare in modo preponderante istituti come la 104.
Da questo bilancio di genere si raccolgono poi elementi utili anche riguardo la comunità figlinese e incisana, per quanto riguarda il mondo del lavoro in particolare. La percentuale di donne inserite nel mondo del lavoro risulta ancora più bassa rispetto a quella maschile, anche se risultano essere più qualificate in termini di titoli di studio rispetto agli uomini. Nel complesso, infatti, sono 5438 gli occupati uomini contro 4563 donne, mentre nella fascia di età 25-49 anni, che si può considerare la fase di piena emancipazione lavorativa, il gap si assottiglia: 2466 occupate donne contro 2930 occupati uomini. Ancora più evidente è il dato sul lavoro domestico tra la popolazione: sempre nella fascia di età 25-49 anni si contano solo 448 donne rispetto ad un numero esiguo della componente maschile. Se si parla invece di persone inoccupate, si può registrare una situazione sempre sfavorevole alla componente femminile, ma sostanzialmente equilibrata: sono 424 le disoccupate donne contro 356 uomini.
“La redazione del Bilancio di genere – commenta la sindaca Giulia Mugnai e l’assessora alle Pari opportunità Francesca Farini – è un impegno che le pubbliche amministrazioni devono prendere con la propria comunità. Per noi, si tratta di uno strumento fondamentale per capire quali politiche adottare, perché esse possano avere un impatto davvero efficace. Adesso abbiamo molti elementi utili su cui riflettere che ci permetteranno di proseguire sulla strada tracciata fino a oggi e di agire in modo più sistematico. Questa Amministrazione nel corso degli anni ha portato avanti molte politiche e iniziative in favore della parità di genere: da quelle legate alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne al laboratorio per l’educazione all’affettività e alla sessualità, chiamato Love Lab. Siamo convinte che incentivare questi progetti significa rendere il mondo che abitiamo più libero e inclusivo e significa, allo stesso tempo, combattere le marginalità sociali, prevenire le situazioni di disagio e costruire servizi davvero universali. Questo è il vero compito di chi amministra”.
Sono molte, infatti, le azioni messe in campo dall’Amministrazione per promuovere l’uguaglianza tra i generi. Ogni anno, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, vengono organizzati molte iniziative con la rete di associazioni locali, come del resto avverrà anche quest’anno. Sabato prossimo infatti sono previsti il flash mob in piazza Ficino a Figline e la fiaccolata a Incisa con inaugurazione di una panchina rossa in piazza Auzzi. È la quinta panchina inaugurata negli ultimi anni, tra le quali si ricorda quella di villa Campori accompagnata dalla targa dedicata all’incisana Alessandra Barluzzi. Tante anche le strade del territorio dedicate a donne che hanno condizionato la storia italiana come Margherita Hack, Rita Levi Montalcini, Tina Anselmi e Nilde Iotti. Senza dimenticare il citato Love Lab, laboratorio di educazione all’affettività e alla sessualità, che nel 2023 ha portato nelle scuole quattro workshop condotti da professionisti di diversi settori (come medici, psicologi, avvocati) per affrontare il tema della sessualità con sguardo aperto e rigore scientifico, aiutando i giovani a sviluppare un pensiero critico che aiuti a difendersi dagli stereotipi e dalla cattiva informazione nell’età più delicata, quella del cambiamento. Un progetto che tornerà anche nel 2024.
Oltre a questo, si aggiungono infine altre azioni portate avanti nel rispetto del Piano di Azioni Positive per la Pubblica Amministrazione, come il sostegno alla presenza delle donne a corsi di formazione professionale che offrano possibilità di crescita e di miglioramento o corsi di formazione per aggiornare i dipendenti sulle ultime novità normative in tema di pari opportunità. A questo proposito, per i prossimi mesi, il Comune ha chiesto al Centro Antiviolenza “Artemisia” di tenere un corso di formazione e approfondimento per aiutare agenti della Polizia Municipale, educatrici di asilo nido e assistenti sociali del Comune di Figline e Incisa Valdarno a intercettare e riconoscere i segnali, anche quelli definiti ‘deboli’, di violenza di genere e gestire situazione e codici da essa derivanti.